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Comunicazione: i Testimoni di Geova sulla cattedra

Sì lo so, il titolo è parecchio clickbait ma è così che stanno le cose.

Premetto anche che questo post non vuole assolutamente essere offensivo o ironico verso uno dei dogmi religiosi più intensi del Mondo, ma semplicemente vuole analizzare la comunicazione per mostrarti quanto sia vicina al lavoro del Copywriter.

Scrivere a volte ci allontana dal mondo reale, fatto di comunicazioni reali e di trigger mentali che una volta acquisiti, possono realmente cambiare le cose.

Ma diamo inizio all’analisi, ok?

Cominciano sempre da una domanda, non è vero?

Quante volte ti sarà capitato di passeggiare per la tua città e di essere riportato a terra dal tuo mondo dei sogni da una semplice domanda del tipo:

Cosa ne pensi della tua vita attuale?

E boooom!

Ti ritrovavi con i piedi per terra, colpito da una domanda che mai avresti pensato di poter ascoltare durante una giornata di sole passata a camminare fra le vie del centro.

È successo anche a me durante il mio ultimo viaggio a Varsavia.

Passeggiavo con la mia ragazza ed una coppia di amici quando ad un certo punto, sono stato catturato da una domanda molto semplice.

Ciao, siete italiani?

Da che Mondo è Mondo, per quanto ogni italiano in viaggio non voglia avere alcun contatto con altri italiani, quando sentiamo una voce amica, non possiamo far altro che abbassare di netto le nostre difese e cedere magari con qualche lacrima di gioia per aver incontrato un nostro simile.

Questo è quello che è successo: quella domanda fatta nella mia stessa lingua mi ha catturato, completamente.

Così ci siamo messi a parlare di quanto fosse bella Varsavia e di quanto in realtà fosse lontana dalla mia Sicilia per usi, costumi ed ordine.

Solo dopo le due ragazze mi hanno mostrato la loro “vera identità”.

Un pò come se Batman si mostrasse davanti a me come un banale Bruce Wayne, anche loro alla fine mi hanno lasciato in mano un flyer dove raccontavano il loro credo, i loro usi ed i loro costumi che, per quanto noti da tempo, riescono sempre a trovare spazio nell’attenzione di chiunque.

Da quel momento, la mia mente da Copy ha iniziato a lavorare, estraniandosi per un attimo dalla vacanza per cercare di capire come diavolo quelle due ragazze, fossero riuscite a fare breccia nella mia attenzione ed a lasciarmi fra le mani il loro volantino.

In fondo, parliamoci chiaro.

Se fosse stata la classica citofonata, le cose sarebbero andate diversamente.

Ma allora cosa c’è stato di diverso in questo caso?

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Il potere delle domande come trigger iniziale.

Proprio così.

Analizziamo insieme l’evento.

Se mi avessero dato il volantino, stai più che certo che l’avrei rispedito al mittente senza pensarci più di due volte.

Questa volta invece è stato completamente differente.

Hanno utilizzato la potenza della domanda.

Una domanda, qualunque essa sia, implica una risposta.

In questo caso particolare, non hanno utilizzato una domanda qualunque, ma una domanda specifica.

Si sono concentrate su un tratto comune, per realizzare così su due piedi uno dei Funnel migliori che potessero mai realizzare.

In fondo, in loro fine era semplicemente quello di lasciarmi un volantino, ma prima di arrivare lì hanno attirato la mia attenzione con una domanda precisa e mirata che avrebbe sicuramente abbassato la mia soglia di protezione.

Questa è una delle tecniche più efficaci per permettere ad ogni singolo individuo di fare la sua parte.

Ma soprattutto è una tecnica che se allenata in modo costante, chiede uno sforzo minore con un risultato di gran lunga eccellente.

Per te è solo una domanda, per loro è stata la chiave con la quale entrare in contatto con 4 perfetti sconosciuti, arrivando al loro obiettivo.

Utilizzare questo trigger è sicuramente una delle tante frecce nell’arco di ogni Copywriter che si rispetti perché dietro una domanda molto semplice esiste sempre una reazione così naturale che molto spesso, si finisce col chiedersi perché abbiamo dato una risposta piuttosto che continuare per la nostra strada.

Ma non è finita qui, per niente.

Utilizzare un punto in comune, per arrivare al sodo.

Altro aspetto che mi ha davvero colpito di questa vicenda e che molto spesso uso anche io nelle mie campagne Ads, è che queste due ragazze hanno utilizzato un punto di contatto comune per attirare la mia attenzione.

Banalmente, l’aggettivo italiano è stato per loro l’ennesimo step in avanti verso il loro fine ultimo.

Avrebbero potuto utilizzare qualunque altra parola e qualunque altro aggettivo, ma hanno scelto proprio quello.

Secondo te, perché?

Erano forse delle antropologhe affermate?

Magari erano due professoresse di dizione?!

Probabilmente sì o certamente no.

Semplicemente avranno fatto le loro esperienze e sono arrivate alla conclusione che l’aggettivo italiano è la parola migliore da utilizzare per entrare in sintonia con un determinato pubblico.

Sai perché avviene questo?

Come dicevo qualche riga fa, ogni italiano spesso ha bisogno di ritrovare i propri “fratelli” in giro per il mondo e sentire qualcuno che parla la nostra stessa lingua in un paese straniero ci rende meno soli e di conforta parecchio.

È naturale dopotutto.

Siamo animali sociali, soprattutto in vacanza.

Non esiste italiano sulla faccia della Terra che non voglia ritrovarsi in una comunità di connazionali durante ogni suo viaggio.

Il motivo è semplice: lo sforzo linguistico.

Sarà sicuramente successo anche a te, soprattutto quando vivi all’estero per un bel pò.

Per quanto tu possa aver appreso una lingua differente e per quanto tu sia ormai dentro la società estera, poter sentire qualcuno che parla nella tua lingua madre ha lo stesso valore del regalo che volevi a natale.

Questo ci permette di non sforzare più di tanto il nostro cervello per cercare di utilizzare una grammatica differente da quella che abbiamo utilizzato per anni ed anni e quindi, come risposta naturale, la nostra felicità ci rende più vulnerabili.

In sostanza quindi, hanno reso semplice una determinata azione.

Ma come possiamo replicare questa stessa esperienza ed utilizzarla al meglio per la nostra comunicazione?

Conoscere il proprio pubblico

Già.

Se c’è una cosa che i culti religiosi sanno fare da sempre è conoscere le persone con cui hanno a che fare ed aver sviluppato nel corso degli anni degli schemi predefiniti per riuscire a comunicare con il proprio pubblico, in ogni caso.

Conoscere le persone con cui decidi di comunicare quindi, diventa fondamentale per fare della tua comunicazione la parte principale del tuo percorso di Marketing e di Branding.

Ma cerchiamo di scendere più nel profondo.

Cosa significa conoscere il proprio pubblico?

Semplicemente, hai come obiettivo quello di immedesimarti il più possibile all’interno del tuo pubblico, cercando di conoscerne i suoi bisogni ed i suoi desideri.

Non validare questo passaggio, significa imporsi sugli altri e tutti sappiamo come andrà a finire in questo caso.

La religione riesce benissimo ad immedesimarsi negli altri perché sa perfettamente di cosa hanno bisogno gli altri: libertà, serenità ed uno scopo.

Sarebbe bellissimo se condividessi questo post con i tuoi amici. Ti va?

Sono principalmente questi i tre obiettivi che ogni cultura religiosa pone come proprio pilastro.

Il credere in qualcosa, arriva dopo.

Prima dobbiamo trovare uno scopo che possa accomunare tutte le persone con cui dobbiamo comunicare.

Magari per me lo scopo potrebbe essere quello di dare a te che leggi, degli strumenti validi affinché tu stesso possa migliorare la tua comunicazione o possa rivedere ciò che fino ad ora non ha funzionato.

Per un altro invece, l’obiettivo potrebbe essere quello di rendere il proprio Brand più interessante rispetto ad altri, basando la sua comunicazione su determinati scopi e bisogni che il pubblico ancora non ha trovato.

Ma come puoi conoscere il tuo pubblico praticamente?

Parlandoci, letteralmente.

Sul web ormai esistono davvero infinite strade per poter parlare con il tuo pubblico o per capire quale nicchia in particolare tu voglia colpire.

Banalmente potresti creare un semplice sondaggio post o pre vendita all’interno del quale porre determinate domande al tuo pubblico per conoscerlo più a fondo prima di validare la tua idea o per capire cosa sia andato storto dopo aver lanciato il tuo prodotto.

Riuscire ad avere dei Feedback in questo caso, aumenterà di molto la qualità del tuo lavoro perché da un lato darà la possibilità al tuo pubblico di esprimere il suo parere e dall’altro ti permetterà di sistemare il tiro e di capire come migliorare giorno dopo giorno.

Altra cosa, per i più pratici del settore è legata all’utilizzo di Google Analytics o meglio ancora di Google Search Console.

Utilizzando questi due tools, magari connessi fra loro, potrai sicuramente capire sono gli articoli più letti dal tuo pubblico e cominciare ad approfondirli passo dopo passo, per condividere contenuti sempre più mirati e sempre più specifici su argomenti che realmente attirano.

Magari, ancora, potresti semplicemente stare più tempo fuori ad osservare gli altri, un pò come quello che ho fatto io dopo l’evento che ha dato vita a questo post.

Osservare i comportamenti di persone appartenenti a culture ed a mondi diversi dal nostro è sempre una boccata d’aria fresca per un lavoro come il nostro perché ogni volta, puoi trovare spunti interessanti e soprattutto degli schemi applicativi da fare invidia ad un venditore provetto.

Conclusioni

Siamo arrivati alla fine di questo articolo, come sempre più lungo del solito e dal titolo parecchio accattivante ma che spero, ti abbia dato la possibilità di osservare il mondo che ti circonda e le esperienze quotidiane con il giusto guardo o almeno con uno nuovo.

Quindi ricorda: non devi sempre e per forza tagliare corto con chi vuole dirti qualcosa per strada.

Magari, dietro un viso qualunque, si nasconde una delle lezioni migliori che potrai mai fare.

Ci leggiamo presto.

Un grande abbraccio se sei arrivato fino a questo punto.

Rocco.

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